
L'arresto cardio-respiratorio (ACR) improvviso è una emergenza sanitaria che interessa 1 cittadino ogni 1000 nella popolazione dei Paesi Occidentali e che può verificarsi in pazienti con anamnesi positiva per cardiopatia, ma anche in persone in apparente pieno benessere. Incide in particolar modo nella fascia di età che va dai 40 ai 70 anni, con importanti ripercussioni, oltre che sul piano etico, anche su quello sociale ed economico.
L'organizzazione del soccorso sanitario territoriale, per quanto capillarmente distribuita sul territorio, non è in grado di affrontare in maniera fattiva questa problematica sanitaria tempo-dipendente, a causa della tempistica estremamente breve per poter salvare la vittima (occorre effettuare il soccorso nell'ordine dei 3-5 minuti dall'evento).
Il Progetto, nato nel 2010, dalla partnership tra l'Azienda Ospedaliera USL 8 di Arezzo U.O. Cardiologia, il Servizio d'Emergenza 118 e la Fondazione Cesalpino è un programma operativo a più tappe con l'obiettivo di aumentare significativamente la sopravvivenza nel territorio della Provincia di Arezzo dei pazienti colpiti da arresto cardiaco, attraverso il trattamento immediato con Defibrillazione Precoce (entro 5 minuti) effettuata da "first responders" opportunamente formati e addestrati alle manovre di Rianimazione Cardio-Polmonare e all'uso dei Defibrillatori Semiautomatici Esterni (D.A.E.).
I first responders sono soggetti privi di ruolo sanitario, detti anche "laici", individuati nella comunità, che per attività lavorativa, frequentazione di luoghi d'aggregazione cittadina, disposizione e sensibilità di partecipazione, sono selezionati per l'attivazione territoriale diffusa della Defibrillazione Precoce.
Dal 2010 ad oggi sono stati istallati nella Provincia di Arezzo circa 600 Defibrillatori Semiautomatici Esterni e formati Bls-d più di 15.000 first responders.